G. Strappa – Il lotto costruito e la città futura.
Il problema dell’unità elementare nella lettura
e nel disegno della forma urbana
Editoriale del n.16 di U+D Urbanform and Design – Dicembre 2021
l problema del rapporto tra strumenti di lettura della città e progetto di trasformazione fa parte, in realtà, della storia stessa della morfologia urbana intesa come disciplina operativa. Fin dalla loro formazione, le diverse scuole si sono divise sulla questione dell’utilità delle indagini razionali e trasmissibili sulla realtà urbana: sul loro costituire l’insieme dei dati quali orientare scelte, oppure rappresentare la sostanza del progetto stesso. Credo che una prima osservazione di carattere generale si possa fare, oggi, sulla progressiva complessità che gli studi di morfologia urbana vanno assumendo. La loro crescente tendenza informatica trova un’immediata spiegazione nel quadro generale del ruolo centrale che sembra stia assumendo la trasformazione digitale in Europa. È noto, peraltro, come in Italia il piano per il PNRR preveda come prima missione la digitalizzazione del paese, alla quale viene dedicato una particolare attenzione anche negli investimenti dei fondi europei. E tuttavia, pur in questo quadro generale e pur considerando la rilevanza scientifica di molte delle sperimentazioni “quantitative” in corso, ritengo che la loro reale rapporto con il progetto sia non di rado del tutto indiretto e che, a volte, non avvicinino il progettista all’indagine concreta del costruito. Si rischia, a mio avviso, di creare un complesso, poderoso microcosmo di regole espresse da un linguaggio simbolico dove, tuttavia, non c’è posto per la infinita varietà del costruito reale: nonostante l’esigenza, insita nella natura stessa della morfologia, di cercare principi generali nella infinita molteplicità della realtà urbana, questa non si lascia ingabbiare in regole e norme di astratta assolutezza. ……….
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