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READING BUILT SPACES – 4th ISUFitaly Conference

Bari, 26-28 September 2018

The conference’s aim is to propose a dialectical comparison between scholars of Architecture, Urban Planning, Urban History, Restoration, Geography, on the theme of urban morphology with an interpretative perspective based on the concept of “operating history”. Search for a multidisciplinary syncretism that eludes single analyzing techniques and aims to the complete reconstruction of the urban phenomenology in its totality and concrete essence, through the study of the changing and inflexible condition of ‘fluidity’ hinged on the world’s events. An integrated thought based on the critical concept of ‘making’ that constitutes, phase by phase, the signifying element of each present, explained through the relationship between the before and the after: that is the research perspective of ‘being’ that announces the notion of transformational process.              Therefore, the projection in the future of the urban form is the central theme of the conference that proposes to stimulate the reflection on the issues as: recovery (not only of the historical city), re-use of existing urban spaces, regeneration, ex novo design in peripheral and peri-urban areas and natural spaces. All that, without neglecting the issue of sustainability, not considered with the strabismus of those who surrender to the “technique” pre-domain.

Themes:

THEORY

1. Urban form theories

2. Urban form between identity and spatial semantics

3. Contemporary urban spaces between form and process

4. Urban form between architecture and landscape

5. In making structural or timeless paradigm?

READING

1. Form and structure of the historical city

2. Urban morphology and settlement process

3. Relation between periphery and natural space

4. Structure of the informal city

5. Metropolis and megalopolis in the making

DESIGN

1. Today’s city and future shape

2. Urban restoration and post-trauma re-construction between conservation and innovation

3. Fringe belt riqualification

4. The urban project between city and nature

5. Ecological urban environments

Conference Chairs
Matteo Ieva, Polytechnic University of Bari, Italy
Paolo Carlotti, ‘Sapienza’ University of Rome, Italy
Loredana Ficarelli, Polytechnic University of Bari, Italy

RICCARDO MORANDI E IL PROBLEMA DELLA SICUREZZA

LE CREAZIONI DI MORANDI E L’OBBLIGO DI MANTENERE LA SICUREZZA

di Giuseppe Strappa

La Repubblica del 27 agosto 2018

Manfredo Tafuri lo definiva, senza mezzi termini, “il più valido e inventivo strutturista italiano”.
Nato a Roma e di formazione romana, Riccardo Morandi è stato uno dei protagonisti della fortunata stagione che, negli anni del miracolo economico, ha portato l’ingegneria italiana ai vertici mondiali.
I suoi ponti hanno costituito il simbolo della rinascita del paese. Come la Vespa o, meglio, la Ferrari.
A Roma Morandi ha costruito i cinema Maestoso, Augustus, Giulio Cesare, e le innovative strutture “strallate” degli hangar di Fiumicino e del viadotto della Magliana.
Di Morandi in questi giorni si parla molto e a volte a sproposito.
Dopo il disastro di Genova, col passare dei giorni e delle interviste, un’ombra di dubbio sembra avanzare sulla validità del suo progetto. Si cita, tra l’altro, una frase di Bruno Zevi che osservava, negli anni ‘70, come le strutture di Morandi sembrassero “raggelate un momento prima del crollo”. Una frase che, riportata così, fa venire i brividi. Ma inserita nel contesto in cui è stata pronunciata, può servire a chiarire il problema. Zevi era il portatore non solo di un’accezione estrema dell’estetica informale, ma anche della convinzione condivisa che le case, i grattacieli, le centrali nucleari, come le macchine, dovessero avere una vita limitata.
Era crollata quell’idea di durata che per secoli era stato il riferimento di ogni costruttore.
Morandi, come ogni grande architetto, esprimeva in pieno la cultura del proprio tempo. Con lo stesso spirito, in tutto il mondo, si sono costruite grandi strutture in precompresso, dove sono in equilibrio meccanico enormi sforzi di trazione nei cavi d’acciaio e compressione nel calcestruzzo. Un equilibrio rischioso e precario se la manutenzione non ne garantisce il funzionamento.
Noi oggi facciamo i conti con questa eredità di tecnologie sofisticate e fragili che richiedono cure continue. Possiamo continuare a mantenerle in vita, ma dobbiamo valutare ed essere disposti ad affrontarne i costi.
Sapendo, però, che in questo campo non esistono fatalità.

LA CASA COSTRUITA DA GIUSEPPE PERUGINI A FREGENE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

la Repubblica del 23 agosto 2018

LA CASA-ALBERO DIMENTICATA

Giuseppe Strappa

Se ripenso alla casa che Giuseppe Perugini si costruì a Fregene alla fine degli anni ‘60, posso dire che é nata in mezzo alla musica. Lo so che sembra una frase retorica. Ma è proprio così. Nello studio di Via dei Traversari c’era musica dovunque, a tutto volume, sempre. Rock americano soprattutto, ma anche musica giamaicana, pop e tanto altro. Ricordo l’architetto, con i capelli lunghi spettinati, il naso aquilino, gli occhi acuti e mobilissimi che disegnava in un caos totale, tra acuti di chitarra e vibrazioni di bassi che entravano nello stomaco. Altro che ricerca paziente, come insegnava papà Le Corbusier! Per Perugini, nato in Argentina, l’architettura era una liberazione, il sogno estatico di un futuro meccanico/umanistico in cui non vedeva alcuna contraddizione. Forse era l’anima romantica del moderno: seguiva principi razionali ma li portava in territori estremi e inesplorati, dove diventavano materia poetica. Trasformava la suggestione della macchina (dilagante a quei tempi) da simbolo di esattezza in fascinazione dinamica, evocazione del caos. Ma con calviniana leggerezza, senza caricare le proprie creature del gravame ideologico dei costruttivisti russi o dei futuristi nostrani. O almeno io la vedevo così.
Il progetto della sua casa era un incredibile assemblaggio di volumi che si aggregavano e cambiavano posto di mese in mese, un infinito gioco colorato al quale si univano con passione la moglie Uga e il figlio Raynaldo. Finché la costruzione apparve, magnifica, sospesa a mezz’aria tra le ombre lunghe e misteriose della pineta, legata alla terra degli umani da una scala metallica rossa, sollevabile, però, come il ponte levatoio in un libro di fiabe.
Ho avuto il dolore di rivedere la casa qualche giorno fa. Sembra un oggetto precipitato da un’altra galassia che si disfa tra la vegetazione. Un’ apparizione magica, se non richiamasse alla mente la stupidità distratta dei nostri tempi e i guasti che produce: una grande opera di poesia abbandonata al destino di oggetto divenuto inutile, come un frigorifero o un televisore.
Eppure la casa-albero non è ancora una rovina, si può ancora salvare. Attende solo che qualcuno nel Comune di Fiumicino si svegli dal torpore e si accorga di quanto potrebbe essere utile (utile!) questo patrimonio prezioso abbandonato tra i pini.

Cities as Assemblages – XXVI International Seminar on Urban Form 2019

XXVI International Seminar on Urban Form 2019
Cities as Assemblages
2-6 July 2019
Nicosia, CYPRUS
Cyprus Network of Urban Morphology

 

 

 

 

 

 

CALL FOR PAPERS
The Cyprus Network of Urban Morphology will host the ISUF2019 conference in Nicosia, Cyprus. The conference aims to address the embedding of different theories and approaches within methodologies analysing the urban form.
Relational theories have wide implications for the study of the urban form, not just in terms of how we conceptualize cities and describe the processes of their emergence and transformation, but also for the design of methodologies that more than ever need to take into account a variety of city components – not just physical elements, but also human groups and the connections between them. Furthermore, such theories highlight the relevance of the urban form to the construction and negotiation of the social as well as the power of connections between social entities at different scales in shaping our cities. Both these reflections are particularly relevant to
the focus themes related to the location of the conference: Group formations and negotiations within cities influencing ethnoreligious tensions, political movements, social segregation and
urban conflicts more widely, as well as the particular status of port cities often in the past more linked to other port cities than their hinterland and, still to the present day, the first point of
arrival of migrant groups and the city-location of choice for tourism.
Although the relevance of relational theories for the fields of geography and urban studies has been touched upon by a number of research articles, the theories have not been reflected upon with great depth and no conferences on the impact and the potentialities of relational theories for urban studies have so far taken place. Discussion on the implications of such theories specifically for the study of urban morphology has been even scarcer, may these be in relation to Conzenian, typological or space syntax approaches.
Relational theories open up new avenues for the study of urban morphology and for the development of multidisciplinary methodologies.

Conference themes:
1. Theory 1 : emergence, relational theories, the social sciences and urban
morphology.
2. Theory 2 : the scope and limits of urban theories.
3. Urban Design : urban morphology, building typology and design
4. Methods 1 : embedding different approaches into the study of urban morphology.
5. Methods 2 : combining Conzenian, typological and space syntax approaches.
6. Focus 1 : urban conflict and divided cities.
7. Focus 2 : Mediterranean port cities in a global context.

KEYNOTE SPEAKERS
Wendy McClure, University of Idaho, USA
Alan Penn, University College London, UK
Giuseppe Strappa, Sapienza University of Rome, Italy
Jeremy Whitehand, University of Birmingham, UK

Call for papers : 31st of July 2018
Abstract submission : 14th of December 2018
Acceptance notification : 10th of February 2019
Author registration and
Payment : 31st of March 2019
Full paper submission : 31st of May 2019
Conference : 2nd – 6th July 2019
Publication of proceedings : to be announced