Category Archives: Avvisi

Avvisi

lettura e progetto di via della lungara

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Direttore
Giuseppe Strappa (presidente del C.d.L. SAC)

Tutors
Alessandro Camiz
Paolo Carlotti
Giancarlo Galassi

Visiting critique

Tom Rankin (coordinatore California Polytechnic State Institute, Rome Program in Architecture)
Marco Maretto (Università degli Studi di Parma)

Sopralluogo
sabato 18 giugno 2011 h 11.00 – via della Lungara, davanti a S. Giacomo alla Lungara

Lavoro in aula
lunedì 20 – mercoledi 22 giugno 2011
h 9.00-19.30 Aula 7
Facoltà di Architettura, sede di Valle Giulia
via A. Gramsci 53, Roma

Coordinamento
Alessandro Camiz

Segreteria
Endriol Doko, Federico Zini, Marta Zappalà

Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura e della Città – SAC

Laboratorio di Lettura e Progetto dell’Architettura – LPA

Laboratorio di progettazione 2A, AA 2010/2011, Prof. G. Strappa

Esami laboratorio progettazione 2a prof. G. Strappa

Esami laboratorio progettazione 2a prof. G. Strappa

gli esami del laboratorio di progettazione 2a del prof. G, Strappa
si terranno come da calendario nei giorni

28/6/2011, h. 11,00, aula 7

11/7/2011, h. 16,00, aula 7

22/7/2011, h. 11,00, aula 7

per sostenere l’esame, previa revisione di verifica del docente, occorre registrarsi sul portale INFOSTUD
https://stud.infostud.uniroma1.it/Sest/Log/Corpo.html

si raccomanda di portare all’esame il book/le tavole di tutte le esercitazioni e degli schizzi preparatori e di consegnare, per una eventuale mostra dei lavori, un DVD o CD ROM contenente tutte le tavole d’esame nel loro formato (A1), non i DWG di autocad o il PDF, ma una immagine raster della tavola in formato JPEG a colori (300 dpi) e scrivendo sulla copertina il proprio nome, corso, seminario, titolo progetto, email e telefono.

LA COLATA

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LA COLATA
Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro

Presentazione del volume di Andrea Garibaldi, Antonio Massari, Marco Preve, Giuseppe Salvaggiuloa cura di Ferruccio Sanza, Chiarelettere editore.

lunedì 23 maggio, 10.30
Facoltà di Architettura
sede di Valle Giulia
via A. Gramsci 53, Roma
Aula Fiorentino

intervengono
Paolo Berdini – urbanista
Paolo Conti – giornalista
Andrea Garibaldi – giornalista e coautore

presenta
Piero Ostilio Rossi – direttore del Dipartimento DiAP

introducono
Giuseppe Strappa – presidente del C.d.L. SAC
Stefano Catucci – docente di estetica

partecipano
Alfonso Giancotti, Luca Reale, Alessandro D’Onofrio
direttori dei laboratori di progettazione 1

organizzazione
Alessandro Camiz

 

La conservazione dei centri storici in zona sismica. Un metodo operativo di restauro urbano

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Nell’ambito del ciclo di incontri letterari

“I Giovedì di Santa Marta”

giovedì 5 maggio alle ore 17.30 presso la Sala Convegni Santa Marta,

Piazza del Collegio Romano 5,

Roma presentazione del volume
La conservazione dei centri storici in zona sismica
Un metodo operativo di restauro urbano
di Giuseppe Scalora – Giorgio Monti
presentazione di Giovanni Carbonara
Academia Universa Press, 2010

introduce e coordina Roberto Cecchi
saluti di Giovanni Carbonara

intervengono Luis Decanini, Giuseppe Strappa, Manuel Vaquero Piñeiro
saranno presenti gli autori

Questo volume intende offrire un apporto teorico-scientifico alla costruzione di un metodo operativo per il restauro della città storica.
Il valore della città non risiede, infatti, unicamente nei suoi monumenti di architettura, ma si esprime soprattutto nella vitalità dei suoi tessuti urbani, specie quelli che – come il quartiere di S. Giacomo ad Ascoli Piceno – con le loro strade, le loro piazze, i cortili e gli orti, esprimono un‟atmosfera fisica e psicologica singolare ed irripetibile.
Le politiche di recupero non possono riguardare esclusivamente i singoli edifici, o i singoli monumenti, ma devono svilupparsi affrontando nella dimensione estetica i temi della pianificazione della città e della riqualificazione ambientale, controllando/misurando le relazioni tra le nuove funzioni e quelle preesistenti.
Il fine ultimo della pianificazione è, quindi, quello di rivelare l‟identità del sito e di preservare i caratteri specifici di lunga durata della forma, garantendone la conservazione fisica attraverso modalità di restauro critico-conservativo e, dove necessario, di miglioramento sismico.
Nel trattare i centri storici, l‟interesse primario consiste, dunque, nel mantenere e nel trasmettere alle future generazioni nella loro autenticità forme, figure, materiali, aggregati, tipi, percorsi, essenzialmente un patrimonio culturale di valore.
Piuttosto che vincolare e vietare, il metodo sviluppato – ed illustrato nel volume – preferisce proporre, guidare e indirizzare, lasciando ai progettisti le responsabilità e i margini di scelta, pur ricondotti su precisi binari storico-critici. Esso insiste sulla interpretazione del sistema complessivo e sullo sviluppo di criteri metodologici capaci di garantire precise regole di comportamento per gli interventi alle diverse scale. In altre parole, si indica una “strategia macroprogettuale” che possa, tramite un sistema di “regole prescrittive e di criteri prestazionali”, declinarsi caso per caso quale specifico “microprogetto edilizio”.
Tale interpretazione mira a stabilire i livelli di „trasformabilità‟ che variano, secondo le circostanze, dalla conservazione alla trasformazione, dalla riqualificazione alla nuova costruzione e, persino, alla demolizione, e propone guide e norme figurate, di semplice assimilazione da parte dei singoli professionisti incaricati.
Il metodo collima con la teoria del restauro, fondata sulla cautela e la consapevolezza, e indica verso quale direzione tale trasformazione debba orientarsi. Una trasformazione, quindi, e non un impossibile congelamento sine die, con finalità culturalmente e scientemente conservative, legata al mantenimento della vitalità intrinseca al tessute edilizio storico, che si conserva negli antichi edifici delle nostre città storiche.
Si presenta in questo volume un‟attività urbanistica ed architettonica attenta ai valori della complessità formale ed estetica degli spazi urbani e degli oggetti che la costituiscono, nella convinzione che sia compito del progetto stimolare la domanda collettiva di „qualità‟ diffusa e farla crescere, nella prospettiva di migliorare l‟ambiente in cui viviamo, ricomponendo, nei limiti del possibile, la distanza fra bellezza e realtà.
Fine ultimo è quello d‟innestare una filosofia riflessiva della forma e della sua conservazione a partire dall‟interpretazione storico-critica del processo di produzione e trasformazione della forma urbana – nella città storica come in quella diffusa – per ritrovarne il significato e la memoria delle „cose‟.

LA COLATA

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Testo consigliato agli studenti (per capire cosa li aspetta).

INTRODUZIONE
Questo libro è un viaggio attraverso l’Italia, ma anche dentro di
noi che ci viviamo. Dal Nord al Sud, dalla rabbia alla speranza. É
vero, il titolo La colata può far pensare a un’inchiesta che non lascia
spiragli di luce. Forse davvero questo era il nostro stato d’animo al
momento della partenza. Ma dopo migliaia di chilometri, dopo aver
toccato centinaia di paesi in tutte le regioni, ci siamo resi conto della
straordinaria ricchezza ambientale, ma anche umana – ancora viva
nel nostro paese.
Un viaggio cominciato nel 2008 in Liguria con Il partito del cemento
e continuato in seguito nel resto d’Italia. Nel nostro zaino c’era. La lun-
ga strada di sabbia, il diario che Pasolini scrisse nel 1959 seguendo sulla
sua Millecento le coste italiane. E poi Viaggio in Italia, il volume di
Piovene che ne scattò un’immagine negli anni straordinari del secondo
dopoguerra. Ma anche oggi l’Italia attraversa un momento decisivo,
incerta com’è su che cosa voglia essere e dove voglia andare. E il paesag-
gio, l’ambiente sono lo specchio in cui si riflette questa confusione.
L’Italia, come mai forse prima d’ora, è a un punto di non ritorno.
È ancora uno dei luoghi più belli del mondo. Ma il legame con
questa terra non deve farci tacere la realtà, anzi, ci impone di denun-
ciarla: la colata di cemento che sta per riversarsi sul paese rischia di
rovinarlo per sempre. Se tacessimo di fronte allo scempio ne sarem-
mo complici, come popolo e come singoli individui.
É il momento di dire «no››, adesso o mai più, perché presto, nel
giro di una manciata di anni, sarà davvero troppo tardi. Il danno
sarà definitivo, irreversibile. E non riguarderà soltanto il patrimonio
naturale. Perché, lo abbiamo toccato con mano nel nostro viaggio, il
degrado ambientale si accompagna sempre a quello umano. Difficile
dire quale sia la causa e quale la conseguenza.
Il cemento non devasta soltanto le città, non si mangia soltanto
coste incontaminate e boschi secolari. É il catalizzatore di tante passio-
ni e desideri, proprio come scriveva Italo Calvino ne La speculazione
edilizia. Non siamo più di fronte alla fame di case che diede impulso
alla devastazione del dopoguerra. Oggi il cemento ingrossa le tasche
di pochi e impoverisce tutti noi. Ci illude con il miraggio dell’occu-
pazione, tacendo però che si tratta di posti di lavoro poco qualificati
e di breve durata. Ci inganna con la promessa dello sviluppo turisti-
co, fingendo di ignorare che un’ Iltalia guastata dal cemento non potr�
reggere il confronto con altri paesi ben più attenti a conservare il loro
patrimonio. Non sono i posti letto nelle schiere dei condomini ad
attirare i turisti, ma le ricchezze culturali e ambientali.
Ma il cemento è anche il perno intorno a cui ruota l’alleanza mal-
sana tra imprenditori spregiudicati e politici pronti a tradire la loro
fondamentale missione di rappresentanti dei cittadini. È il luogo di
scambio dove il bene comune viene barattato con interessi privati
e di parte. Troppi, davvero troppi governanti e amministratori di
centrosinistra e centrodestra si dimostrano disponibili a svendere la
nostra Italia, ignorando le conseguenze – parliamo di vite umane –
che il degrado del territorio porta con sé. Ma un ponte sullo Stretto,
una nuova autostrada costano più di quei quattro miliardi di euro
che basterebbero per mettere in sicurezza tutto il territorio italiano.