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Avvisi

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE

Università “Sapienza” di Roma-Corso di Laurea Magistrale in Architettura (Restauro)

LABORATORIO DI PROGETTAZIONE II

Anno accademico 2014/15 Corso A, prof. Giuseppe Strappa

collaboratori : prof. Paolo Carlotti, archh. Annarita Amato, Antonio Camporeale, Giusi Ciotoli, Marco Falsetti, Giancarlo Salamone, Illy Taci, Cristina Tartaglia.

Sede di Fontanella Borghese, Aula 8. Orario Martedì e Venerdì ore 9-13

Generalità Il Laboratorio si propone l’obiettivo di concludere la formazione dello studente architetto, giunto all’ultimo anno dei propri studi e quindi alla maturità didattica, attraverso un esercizio di sintesi progettuale che unifichi le esperienze compiute nei corsi precedenti. Questo fine sarà perseguito attraverso un itinerario didattico/progettuale che ha inizio dalla lettura critica del luogo, continua con l’individuazione dei problemi posti dall’area di studio e la selezione di soluzioni congruenti, concludendosi con la produzione di una “forma” architettonica, sintesi estetica che conclude il processo. Forma intesa nel senso, il più utile per l’architetto, di aspetto visibile di una struttura in continua trasformazione della quale verranno esaminati gli aspetti fondamentali: spaziali, costruttivi, espressivi. Il nuovo intervento dovrà essere elaborato, dunque, come esito provvisorio di uno svolgimento in atto, pienamente inserito nel grande flusso delle trasformazioni dell’organismo urbano.

Tema del progetto d’anno Il Laboratorio si colloca all’interno del Corso di Laurea Magistrale in Architettura e Restauro, un ambito culturale, quindi, che richiede uno studio particolare del rapporto con le preesistenze. Nell’ Anno accademico 2014/15 verrà proposto l’esperimento progettuale di un intervento di edilizia specialistica, ottenuto per trasformazione del tessuto edilizio storico esistente, nell’area ottenuta dalle demolizioni effettuate per la costruzione del Palazzo Basile (Camera dei Deputati) compresa tra Via della Missione, Piazza del Parlamento, Via di Campo Marzio e, sul quarto lato, dalle pareti cieche risultanti dalle demolizioni. Il nuovo organismo architettonico sarà destinato a funzioni complementari alle attuali strutture della Camera dei Deputati, da tempo insufficienti soprattutto per carenze di spazi amministrativi. Funzioni e superfici del nuovo progetto saranno indicate sulla base del concorso del 1967, con gli aggiornamenti dovuti alle nuove condizioni imposte dalle trasformazioni avvenute sia in relazione alle richieste funzionali che alla nuova attenzione alle preesistenze archeologiche, assai rilevanti nell’area. Le ipotesi didattiche prenderanno atto delle demolizioni prodotte e della necessità di continuare un processo iniziato con la trasformazione di Palazzo Ludovisi. Il nuovo progetto, evitando ogni imitazione storicistica, sarà quindi il prodotto di una trasformazione che parte dalla lettura dell’esistente di cui verranno interpretati i caratteri formativi. Il progetto dovrà risultare, in altri termini, esito di un processo di trasformazione in atto che considera la città, anche nella sua parte storica, quale organismo in continua trasformazione che, come tale, richiede interventi necessari, proporzionati e congruenti. L’area è stata scelta sia perché particolarmente esemplificativa del processo formativo dei tessuti storici romani, sia perché è stata oggetto di un concorso che ha costituito uno dei nodi irrisolti all’interno della vicenda moderna dell’architettura romana. Gli studenti elaboreranno in gruppo (di tre studenti al massimo) una lettura critica dell’area di studio relazionandola al più generale contesto urbano, interpretando il ruolo del nuovo intervento in relazione alla gerarchia dei percorsi e dei caratteri degli organismi edilizi al contorno. Lo studio investirà anche eventuali spazi ed edifici esistenti, in modo che il risultato dell’intervento sia la produzione di un nuovo luogo, non semplicemente di un edificio. All’interno di questa prima lettura generale comune, gli studenti svilupperanno poi, singolarmente, il progetto dell’ edificio speciale. Per le particolari richieste del tema e del luogo, il progetto dovrà inoltre indagare il significato e il linguaggio di una nuova architettura che, inevitabilmente, farà i conti col problema del “monumento” contemporaneo: dovrà prevedere ipotesi congruenti col tessuto storico col carattere simbolico del nuovo edificio attraverso soluzioni contemporanee che evitino qualsiasi imitazioni stilistica dell’esistente. Particolare attenzione verrà posta ai problemi statico-costruttivi, per i quali si richiedono soluzioni mature e aggiornate, come ci si aspetta da studenti al quinto anno del corso di studi. Altre informazioni saranno fornite sul sito http://w3.uniroma1.it/strappa dove lo studente troverà anche alcune sintesi di lezioni utili a definire il metodo d’intervento.

Modalità di svolgimento del Laboratorio Il Laboratorio sarà articolato in un ciclo di lezioni ed esercitazioni settimanali, alcune in comune col parallelo corso B, finalizzate a fornire allo studente alcune premesse di metodo, e nell’elaborazione di un progetto d’anno definito anche nei suoi principali aspetti tecnici. Verrà utilizzata la piattaforma e.learning per documentazioni, informazioni, consegne. Il tema d’anno sarà sviluppato attraverso comunicazioni in aula, revisioni periodiche e verifiche collettive dei singoli progetti inseriti nel contesto della lettura elaborata in gruppo. Si terranno, come introduzione al progetto d’anno, lezioni sui seguenti temi: – Lettura dei processi formativi dell’edilizia specialistica in area romana; – Vicende e progetti di trasformazione dell’area di studio con particolare riferimento al concorso del 67; – Caratteri dell’architettura moderna nell’area romana; Le lezioni successive riguarderanno informazioni e riflessioni su temi direttamente legati alla progettazione (organizzate anche in funzione delle richieste degli studenti) con esempi di letture e progetti d’interventi urbani. Sono previste consegne intermedie (da depositare su e.learning) che saranno valutate dalla docenza e contribuiranno alla formazione del voto finale. La frequenza è obbligatoria. Gli studenti che non avranno frequentato almeno il 70% delle lezioni o che non avranno effettuato due o più consegne, non verranno ammessi agli esami.

Modalità di svolgimento degli esami L’esame consisterà: 1. In un colloquio sull’ apprendimento degli argomenti trattati a lezione, approfonditi attraverso le indicazioni bibliografiche ed elaborati in modo originale attraverso un saggio critico (teoria). Il testo (considerato fondamentale) illustrerà, anche con grafici, il metodo di lettura seguito, le premesse teoriche del progetto, il suo carattere di esito di un processo di trasformazione. Il testo (15/20 cartelle) sarà depositato sul sito e.learning quattro giorni prima dell’esame, in modo che la docenza possa prenderne visione; 2. In una discussione degli elaborati progettuali (pratica). Le tavole di progetto saranno redatte nel formato unificato A1 secondo il format che verrà indicato dalla docenza. Gli elaborati comprenderanno: – Tavola/e di lettura dell’esistente in scala 1:500; 1:200; – Tavole del progetto inserito nelle preesistenze in scala 1:500 (o comunque in scala opportuna) e disegni (piante, sezioni, prospetti) in scala 1:200, 1:100, 1:50 eseguite nel formato unificato; – tavola dei materiali e delle strutture; – assonometrie; modello in scala e/o render 3D.

Testi e riferimenti bibliografici. Testo di riferimento del corso è: G.Strappa, L’architettura come processo, Franco Angeli, Milano 2014. Altri testi utili: G.Strappa, Unità dell’organismo architettonico. Note sulla formazione e trasformazione dei caratteri degli edifici, Bari, 1995 (on line sul sito indicato). G. Carbonara, Architettura d’oggi e restauro. Un confronto antico-nuovo, Torino 2011. M. Tafuri, Il concorso per i nuovi uffici della Camera dei Deputati. Un bilancio dell’architettura italiana, Roma 1968 (on line sul sito indicato). La bibliografia specifica sarà fornita di volta in volta in relazione alle singole comunicazioni didattiche. Di alcuni saggi e articoli, quando consentito dalle leggi vigenti, sarà fornita copia sul sito http://w3.uniroma1.it/strappa.

una rivincita per corviale – un film e una storia vera

di Giuseppe Strappa

in Corriere della Sera del 25 novembre 2014

Pochissime donne occupano un posto di rilievo nella storia dell’architettura.
Lasciamo stare i tanti secoli maschilisti, quelli delle arti liberali riservate agli uomini; neanche nel Novecento, quando pure in altre discipline qualche donna riusciva a spuntarla, sono emerse importanti figure di architetto al femminile.
Bisogna arrivare all’astro di Zaha Hadid per avere un nome illustre. Isolato, peraltro: mentre nelle scuole di architettura, in tutti paesi, gran parte degli studenti sono donne, gli architetti che guidano studi importanti e aprono grandi cantieri sono di solito maschi. Nel mondo poliedrico dell’architettura, in apparenza aperto e privo di prevenzioni, alla donna è riservato il campo dell’arredamento, della moda, dell’insegnamento. Con l’inconfessabile pregiudizio che si tratti di settori a minor rischio.
Un problema che un film appena uscito, Scusate se esisto , ripropone con leggerezza, raccontando la storia di Serena, donna architetto coraggiosa che lavora a Roma e sogna di rendere più umano il Corviale trasformando il piano libero in uno spazio per aggregazione e incontri.
Pur con le semplificazioni di ogni commedia, il film ci dice sommessamente alcune verità: come, dopo tante lotte per la parità di genere e sesso, le discriminazioni sembrano restare immutabili; come non sia terminato il compito della donna (provato da tante coppie storiche) di oscuro artefice delle fortune del collega-padrone.
Nella commedia tutto si compone, si rasserena, diviene amabile. Nella vita meno. Il film è ispirato a un personaggio reale, Guendalina Salimei, architetto romano e docente di progettazione che davvero ha vinto, nel 2009, un concorso per la ristrutturazione del Corviale. Un “chilometro verde” progettato per convertire gli spazi occupati abusivamente in nuovi servizi pubblici tenendo conto del processo di auto-organizzazione avvenuto attraverso l’uso spontaneo delle strutture. Inutile dire che, a distanza di cinque anni, quel progetto non è ancora stato eseguito.
Guendalina é un architetto anticonformista che progetta e insegna quello che impara dall’esperienza in un tempo in cui le carriere accademiche si costruiscono spesso a tavolino, scrutando futuri criteri bibliometrici, studiando ranking e meccanismi di concorso.
Uscita con le ossa rotte dalla guerra per bande della valutazione universitaria nazionale, Guendalina rialza la testa, vince il concorso per Dao Viet Eco City, nuova Venezia vietnamita da costruire sulla baia di Holong, impiegando materiali locali e soluzioni low-tech, con emissioni ridotte e zero rifiuti.
Ora si prende anche la piccola rivincita mediatica di un film che parla del suo lavoro, del difficile ruolo di donna architetto nell’età del postfemminismo, impegnata nell’arte di sopravvivere nel mondo selvaggio della crisi dell’economia e dei valori.

convegno morfologia urbana e progetto – 6 novembre

Bassa definiz. poster UM 6 novembre

link alla locandina del convegno di fondazione dell’ Isuf Italy  : 2007 ISUF ITALY fondazione

La morfologia è lo studio della forma come aspetto visibile di una struttura. Forma come formazione che presuppone un processo formativo conoscibile e razionalmente indagabile come strumento di progetto. La stessa forma può essere riguardata, sotto questo aspetto, come organismo, e come tale considerata formata e formante, con proprie leggi interne che legano le parti in unità. Per l’architetto l’uso della morfologia, ritengo, è molto importante: significa leggere il territorio come architettura, studiarne la forma come organismo territoriale dove le parti si legano in rapporto di necessità. Considerare il paesaggio non solo nei suoi aspetti legati alla percezione, ma come aspetto visibile delle strutture territoriali. Lo stesso vale per l’organismo urbano e i tessuti: la città come processo di trasformazione, forma in continuo divenire. E gli stessi edifici possono essere considerati come organismi edilizi, dove la forma attuale deriva da un processo di trasformazione dalla materia al materiale, agli elementi, alle strutture,  all’organismo. La forma dell’architettura che percepiamo è, dunque, solo un provvisorio momento di equilibrio all’interno di questo flusso continuo di trasformazioni.