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La ricerca di morfologia urbana in Italia. Tradizione e futuro. Giornata di studio
Esistono oggi scuole di morfologia urbana? La tradizione italiana è stata rivolta, almeno in parte, all’uso operativo degli studi sulla forma urbana. Ma è ancora possibile proporre, oggi, ricerche in chiave progettuale e didattica, oltre che interpretativa? Qual è il lascito “aggiornato” dei maestri che hanno contribuito alla nascita di una scuola di morfologia urbana?
manifesto giornata di studio 14 gennaio 2021 (1)
Nello sforzo di rinnovare gli strumenti di partecipazione alla costruzione dei numeri della rivista, la redazione di U+D – Urbanform and Design intende organizzare l’issue number 15/2021 sul tema La ricerca di morfologia urbana in Italia. Tradizione e futuro, chiamando a collaborare gli autori fin dalla sua impostazione, che sarà discussa in una Giornata di Studio in programma per il 14 gennaio 2021.
L’iniziativa ha due finalità correlate tra loro.
Si tratta di sperimentare un nuovo metodo di progettare la pubblicazione pensandola come processo e definendone la struttura in forma partecipata.
L’iniziativa ha, poi, lo scopo di contribuire a rilanciare il dibattito sui temi della forma urbana riguardata nei sui esiti tangibili e indagata secondo metodi razionali e trasmissibili. Pur in un’accezione ampia e aperta del termine “morfologia urbana”, l’interesse dell’incontro sarà rivolto alle ricerche basate sullo studio concreto dei fenomeni urbani e sul loro esito progettuale.
Tema importante sarà anche il ruolo fondamentale che scuole e maestri hanno avuto, in Italia, nel costruire un pensiero originale sugli studi urbani, oggetto di una nuova attenzione in campo internazionale. Il dibattito dovrebbe essere incentrato, secondo le intenzioni degli organizzatori, non su uno sguardo storico e retrospettivo, ma sull’attualità del loro lascito che va confrontato con le questioni più urgenti che la crisi della città contemporanea pone.
Proponendo una riflessione rivolta al futuro ma basata sui temi della condizione contemporanea, sembra utile porre, allora, i seguenti interrogativi:
cosa si intenda oggi per morfologia urbana;
come essa venga studiata e proposta nella didattica delle scuole italiane;
come venga studiata e proposta nel progetto di architettura;
quali nuove prospettive di ricerca si possano avanzare per interpretare la fenomenica attuale.
Le differenti posizioni che emergeranno nella giornata di studio, strutturata in forma di tavoli di discussione, contribuiranno a formare un quadro sintetico delle attività teoriche, progettuali e didattiche praticate nelle diverse scuole.
Senza avere la pretesa di esaurire il quadro delle ricerche sul tema in corso in Italia, alla giornata sono invitati studiosi delle sedi in cui sono presenti Corsi di Laurea in Architettura che operano su questo stesso orizzonte di sperimentazione con metodi e fini diversi ma, riteniamo, spesso complementari.
L’evento è aperto all’intera comunità di studiosi e architetti che operano in questo settore e che potranno partecipare come uditori mediante la piattaforma on line.
link: https://meet.google.com/fvb-wjkv-uze
The overturned city
Giuseppe Strappa
The overturned city / La città rovesciata
U+D n.14 – editorial
Rome was certainly not the only victim of a rapid and violent consumption of the most precious part of the inherited city. The crisis of its historical fabric was however exemplary and the questions that its decline posed contain, as often in history, a universal meaning.
Some considerations on the historic city of Rome (on the way, above all, in which the crisis caused by the pandemic has posed new problems and some hope) may be of general significance not only because the city has been, for at least a century, an important place of experimentation in terms of interventions on its historical heritage, but also because it has given a significant contribution to the thought on the architecture of the modern city, that of Kahn, Venturi, Rowe, Muratori.
What is changing, therefore, in the historic city, meaning by this term not only an architectural and building heritage, but a system of values, functions and symbols inevitably in transformation?
I believe that the problem has to be posed in a broad perspective that considers the formative phases of the city fabric, posing the question in its structural terms, which are economic and political.
Re-design as a method to read the built reality
Lodz University of Technology
Re-design as a method to read the built reality
lecture 17.12.2020
JWR Whitehand, Kai Gu, Urban fringe belts: evidence from China
JWR Whitehand, Kai Gu, Urban fringe belts: evidence from China
in: Environment and Planning B: Urban
Analytics and City Science
2017, Vol. 44
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Research on the fringe-belt concept has grown significantly in the past decade. This is particularly evident in parts of the world in which interest in urban morphology has been slight until recently.
The main emphasis continues to be the light that this concept can shed on the historico-geographical grain of urban areas. This paper reports a morphogenetic investigation into fringe belts that gives particular attention to the fixation lines associated with Chinese city walls.
Discussion is concentrated on a fringe belt related to one of the world’s longest and most massive city walls, that of Nanjing. The formation, consolidation and, in places, alienation of the Ming fringe belt of Nanjing has been influenced by natural and artificial fixation lines and the political economy of an authoritarian society. Understanding the changing spatial structure of fringe-belt landscapes has implications for the management of urban form in ways sensitive to its historico-geographical development.